Una massa di
270 milioni di m3 di roccia e detriti in un attimo cadono nel
lago, accompagnati da un tremendo boato, lo schianto provoca un forte
terremoto ed un enorme spostamento d’aria; la notte viene squarciata da
un enorme bagliore, visibile a chilometri e chilometri di distanza. E poi
c’è il buio profondo e l’enorme onda.
Dinamica:
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Dal Toc si stacca la frana che con una velocità stimabile in
20/25 m al secondo precipita nel lago
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Contemporaneamente i tralicci dell’alta tensione che
provengono dall’Austria vanno in cortocircuito e poi vengono divelti
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Dall’impatto della frana nel lago si formano due onde :
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La prima si dirige vero Erto spazzando via le frazioni che si
trovano più in basso (Le Spesse, San Martino, Pineda etc) mentre Erto
viene risparmiata
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La seconda s’innalza sopra la diga , spazza via le case più
basse di Casso, scavalca la diga (creando pochi danni) e precipita verso
la valle del Piave.
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La seconda onda scavalcando la diga e trovandosi imprigionata
nella profonda e stretta valle del Vajont acquista ancora più energia ed
irrompe a Longarone con una forza valutata circa 550 volte l’intera
potenza elettrica usata in tutta Italia l’anno precedente e con un
altezza di circa 70 metri
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L’onda, che porta con sé detriti, massi, alberi, materiali
più disparati, raschia il
fondo valle, asportando dalle pareti delle montagne altro materiale
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L’onda si abbatte prima sul greto del fiume Piave (fondo
valle) poi va a schiantarsi addosso
alle montagne che delimitano la sponda destra del Piave;
per poi ricadere su se stessa e dirigersi a valle
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Il Piave diventa un enorme massa d’acqua che solamente dopo
una decina di ore torna alla normale portata.
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