INDICE

 

INTRODUZIONE

 

1    STORIA DEL VAJONT

 

2    PSICOLOGIA DELL’EMERGENZA

 

3    CONCLUSIONI

 

4    COMMENTO DELLE INTERVISTE

 

 

 

INTRODUZIONE

 

 

 

Nel corso della vita possono capitare eventi negativi come la perdita di una relazione affettiva, o di un lavoro, sofferenze dovute a malattie o risultati di conflitti familiari e sociali oppure ancora traumi personali a causa di fatti particolarmente gravi che ci succedono come un’aggressione o una violenza subita.

Accanto a tali eventi individuali possiamo essere vittime di catastrofi naturali (terremoti o inondazioni), guerre o attentati terroristici, ossia situazioni che interessano interi gruppi di persone che si trovano a volte casualmente in quel determinato luogo.

Si tratta di eventi che lasciano un profondo segno sia sul piano fisiologico (danni spesso permanenti e invalidanti) che su quello psichico, fino ad arrivare anche alla morte.

Dal punto di vista clinico è stata evidenziata una patologia psichica dal nome DISTURBO POST TRAUMATICO che si articola in varie modalità: cambiamenti drammatici della personalità, disturbi sul piano cognitivo (impossibilità di dimenticare ciò che è accaduto, sensazione di percepire i suoni, le immagini e le sensazioni corporee come se fossero ancora presenti), sul piano emotivo (condizione di stress cronico, ansia e paura che l’evento traumatico si ripresenti ancora, stati di depressione, di impotenza e senso di colpa) e sociale (insicurezza e chiusura sociale, mancanza di iniziativa e riduzione delle aspettative).

Nasce così l’esigenza ed il dovere di conoscere meglio tale realtà sia per ciascuno di noi, nostro malgrado, possibili protagonisti, che per gli operatori (sanitari, volontari, ecc.) che si trovano ad affrontare le conseguenze degli eventi traumatici.

Da alcuni anni è nato anche in Italia un settore chiamato PSICOLOGIA DELL’EMERGENZA che vede raccogliere l’interesse intorno allo studio degli eventi traumatici, l’analisi delle cause e dei possibili interventi da attivare sia sul piano psicosociale, che giuridico ed economico.

Si tratta di un settore che si preoccupa di analizzare le conseguenze sul piano psicologico per gli individui vittime di catastrofi, spiegando le diverse reazioni immediate e quelle nel tempo. Che cerca di osservare anche reazioni apparentemente strane come il sentirsi in colpa per essere scampati da una tragedia sociale.

E’ un’area che propone programmi di intervento da attuarsi nei momenti di aiuto in collaborazione con tutti gli operatori che si muovono all’interno del lavoro della Protezione Civile. Che progetta attività individuali e di gruppo,  terapeutiche e occupazionali, catartiche e ludiche.

Il presente libro sul Vajont nasce proprio dall’esigenza di portare un’esperienza ed un contributo all’interno di tale settore.

Un’esperienza fondamentale in quanto si tratta di una catastrofe unica in quanto al numero delle vittime, alla velocità con cui si è consumata e alle caratteristiche storiche e geologiche nelle quali è avvenuta. Aspetto che il giornalista Toffolo nella sua interessante analisi degli eventi traccia nel capitolo introduttivo.

Segue l’esposizione di materiale di cronaca tratto da alcuni giornali locali dell’epoca della tragedia, messi a disposizione dal Comitato dei Sopravvissuti del Vajont.

Il volume procede con una rassegna della storia, dello stato attuale e delle prospettive della psicologia dell’emergenza svolto dallo psicologo Demichelis. Inizialmente con il termine di psicologia dell’emergenza si intendeva un’area che raggruppava i bisogni di tipo psicologico delle vittime, poi diventato un settore di intervento che si differenzia per le diverse scuole e tecniche. Sottolineando la necessità di  sensibilizzare l’intera comunità degli psicologi, ma anche dei medici e infermieri, nonché dei volontari, dei tecnici e delle forze dell’ordine, riguardo le condizioni psicologiche che manifestano le vittime.

Una parte importante e nuova rispetto ai libri sulla psicologia dell’emergenza in Italia è la possibilità che il presente volume offre di comprendere le reazioni sul piano psicologico alle vittime a distanza di 40 anni dall’evento.

Oltre ad un contributo importante nella conoscenza della sofferenza umana, tale aspetto è in qualche modo un dovere per non cancellare un evento di tale portata. Si cercherà di spiegare nel libro come a distanza di anni restano segni che da un lato esprimono debolezze e dall’altro rappresentano una forza per continuare a vivere. Così come restano ricordi al tempo stesso impossibili da dimenticare, ma anche difficili da ricordare. Viene anche sottolineato come nella vita delle persone che non hanno subito direttamente tali traumi, il conoscere ciò che è accaduto modifica anche il proprio stile di vita (un esempio, l’11 settembre ha scatenato reazioni di lutto per tutti, la vita quotidiana non era più la stessa nei giorni seguenti), riportando alcune sensazioni raccontate da pazienti nelle psicoterapie.

Un’ampia parte del libro, infine è dedicata alle interviste dei sopravvissuti alla tragedia del Vajont, sono riportate alcune delle interviste libere, senza domande, ognuna raccontata nel proprio modo, ognuna toccante ed unica.

Interviste fatte a distanza di anni dall’evento, quando l’oblio ha quasi dimenticato l’accaduto e le ferite sembrano quasi cancellate, ma che evidenziano quanto rimane ancora nei vissuti emotivi di ciascuno. 

Le interviste sono state raccolte nell’arco del 2003 da Coletti e Mazzorana, presidente e segretario del Comitato Sopravvissuti del Vajont, in un lungo lavoro di registrazione svolto a casa dei pochi sopravvissuti ancora viventi.

Sui circa 40 intervistati, sono stati riascoltati e ritrascritti dallo psicologo Demichelis circa 20 interviste ritenute significative per il contenuto e l’impatto emotivo che ne derivava dalle modalità di racconto.

Si è dovuto effettuare una scelta per ragioni di spazio, non sicuramente perché le interviste pubblicate fossero le sole a trasmettere il senso della drammatica esperinza vissuta.

Tutte le testimonianze registrate dal Comitato restano preziose e potranno eventualmente diventare oggetto di un lavoro completo di raccolta di queste uniche e preziose interviste.

Interviste che sono l’obiettivo ed il fine del libro, ma che devono diventare l’inizio per tutti coloro che vogliono comprendere la sofferenza psicologica di un trauma e farne diventare una partenza per il percorso formativo e di studi sulla psicologia dell’emergenza.